Nei miei ricordi d’infanzia la piscina del Kursaal di Ostia lido mi appariva enorme con un trampolino gigantesco,era il 1960 o giù di li,avevo 5 anni,non so perché ma ricordo quasi tutto quello che ho visto in quel rettangolo pieno d’acqua.
Per me andare la domenica ad Ostia nella 600 blu sportello a vento di mio padre targata Roma 26 con lasagna e frittata nel cestino a bordo era un momento di felicità che aspettavo tutta la settimana, da giugno a settembre. Nella piscina ho fatto degli esercizi subacquei pericolosi in totale incoscienza dettati dalla giovane età’. Per capire quanto fosse profonda la piscina,scaricavo i polmoni, facevo un saltino ed andavo giù a piombo ,toccavo il fondo con i piedi e tornavo su senza aria grazie alla spinta che esercitavo sulla platea di base,se lo avesse fatto mio figlio l’avrei gonfiato di legnate!
Tutto questo con l’acqua torbida dove non si vedeva quasi nulla,torbida perché era riempita con l’acqua di mare,ugualmente torbida ad Ostia pure 50 anni fa’! Alcune volte era limpidissima e allora capivamo che si girava un film, infatti nelle pause delle riprese puntualmente sì avvicendavo alla piattaforma dei 10 metri gli allora cascatori oggi denominati stuntman. Tutto questo con l’acqua torbida dove non si vedeva quasi nulla,torbida perché era riempita con l’acqua di mare,ugualmente torbida ad Ostia pure 50 anni fa’!
Uomini eccezionali ,volavano nell’aria e facevano a gara a chi faceva il tuffo più difficile.La cosa tragicomica che i cascatori generavano l’emulazione ,così padri di famiglia,giovanotti un po’ stile poveri ma belli, palestrati agli albori un po’ storti per farsi ammirare da mogli e fidanzate e da tutti quelli intorno, si avventuravano alla piattaforma 10 mt eseguendo tuffi a panciata,schienata, facciata roba da film muto, suscitando ilarità e tanta preoccupazione al pubblico e facendo lavorare barellieri e l’infermeria posizionata ad hoc nel fianco piscina a ritmo continuo!
Dopo questa fotografia raccontata salto agli anni novanta,quando la piscina deve essere ristrutturata e sopratutto messa in normativa sia nella struttura che negli impianti.
Avendo la fortuna di collaborare all’aggiornamento tecnico,vedo da vicino la struttura e capisco quanto sia stata grande la genialità, la sapienza, il coraggio di due grandi progettisti ed esecutori della piscina; l’Ing. Pierluigi Nervi e l’Arch. Attilio Lapadula.
Pareti alte sui sei metri costruite con spessore 15 centimetri in sommità sapientemente rinforzate con costole e contrafforti a breve interasse,per garantire resistenza ed elasticità sebbene le pressioni esercitate dall’acqua, dai 2/300 bagnanti ma sopratutto dai…tuffatori della domenica. E’da tenere conto inoltre che la struttura in cemento non era aiutata dalla controspinta del terreno in quanto per buona parte lungo il perimetro e nel sotto piscina vi erano ampi locali e servizi compreso il bar e la tavola calda. L’impermeabilizzazione era stata realizzata con catrame a caldo, quello che si creava sul posto con la caldaietta a gas o a legna di fortuna che generava una puzza incredibile ma che si giustificava perché faceva bene ai polmoni degli asfaltisti!
I due progettisti al tempo non avevano il cad non avevano il computer ma solo regolo calcolatore,un po’ di formule, rapidografo ad inchiostro e…tanta scienza!
Al giorno d’oggi Ingegneri e progettisti senza regolo calcolatore,tirano fuori strutture modello bunker con spessori infiniti,con calcestruzzo iper tecnologico con impermeabilizzanti da piccolo chimico ,in luoghi usuali dove fai lo scavo e costruisci la dentro…ah se avessero visto da vicino la piscina del Kursaal progettata dai quei due…!
Chiaramente non tutti sono così ma un ricordo di queste filosofie costruttive non fa mai male,come non fa male prendere spunto da una piscina seppur storica e da un ricordo d’infanzia per rendere ancora oggi un piccolo omaggio a due grandi progettisti ai più ormai dimenticati. Grazie papà per avermi fatto conoscere Ostia ed il Kursaal.